24 Apr le persone sensibili.
Ho incontrato tua madre sul 9. Le sono andata incontro e l’ho salutata con una specie di entusiasmo affettivo. Tuttavia sono una persona sensibile e quasi subito ho capito che lei non aveva voglia di incontrarmi, e neanche di salutarmi. Il problema delle persone sensibili è che capiscono quasi sempre tutto prima, e dopo non possono più far finta di niente: dopo possono solo far finta. La loro consapevolezza li costringe a una vita di rinunce. Di ritirate. Di silenzi. Di anticipi terrificanti. Pongono, quindi, rimedio a quello che non deve accadere con gesti di incredibile stranezza. Sono scesa dal 9 alla prima fermata possibile. E non dovevo: ero appena salita. Siamo scesi in tanti perché sul 9 c’era un uomo con un trapano in mano, e lo accendeva e lo spegneva agitandolo nell’aria. Non era rassicurante affatto, ma io ho solo fatto finta di avere paura. Io sono scesa perché avevo capito. E non ho chiesto a tua madre nemmeno come stai. Eppure volevo. Lei è rimasta sul 9 e ora la vedo riprendere la sua tratta, finalmente in pace, senza il peso di me. Forse sta ringraziando la mia sensibilità. Se è così, allora anche lei è una persona sensibile e può vedere il futuro. Se no, no. Oppure quella donna era solo una che ci assomigliava a tua madre. Zigomi di impianto orientale. In effetti tua madre è morta da almeno dieci anni. Non faccio mai questo genere di calcoli. E tra la mia incapacità di distinguere tra la vita e la morte e una serena serata milanese, quella sconosciuta di tua madre, ha preferito il trapano.
(Illustrazione di Fortuna Todisco)